Sunday, 20 October 2019

Lo strumento per ridefinire i confini dell'architettura -17/10/19



Ridefinire i confini dell’architettura -Paesaggio, Paesaggio mentale, Strumento-

Pensando ai temi trattati a lezione e specialmente quello di “paesaggio” inteso come rappresentazione estetica, condivisa collettivamente e culturalmente, ma in costante evoluzione, di una parte del mondo” (Antonino Saggio, Introduzione alla rivoluzione informatica in Architettura), mi è sorta spontanea una riflessione. Il paesaggio inteso come costruzione mentale implica che noi possiamo vedere e condividere quella determinata rappresentazione estetica che della realtà si ha, ma come sarà questa “rappresentazione” per le persone che “vedono” diversamente da noi? Ipovedenti o che non vedono proprio? Sicuramente anche loro avranno una loro “rappresentazione condivisa”, ugualmente valida, e per certi aspetti molto più sensibile, ma comunque diversa!

E da questa riflessione nasce il Concept che ho pensato potesse essere pertinente al ragionamento, dove la crisi è la condizione di “ipovedenza”. Immaginiamo una persona ipovedente ad esempio nel 1300: non poteva di certo cogliere il paesaggio dei Lorenzetti -nemmeno immaginarselo!- ; ne avrà avuto uno suo, ma probabilmente così diverso dai normo vedenti da far sì che questa condizione in un certo senso pesasse molto, sul modo di percepire la realtà e sulle condizioni di vita stesse. Immaginiamo questa stessa persona prendere una macchina del tempo e trovarsi nel mondo di oggi. L’avanzamento delle conoscenze aiuta oggi le persone ipovedenti a condurre una vita “normale”, e anche la progettazione in quest’ambito gioca la sua parte. Non solo abitazioni dove è più facile e immediato muoversi, prive di spigoli e sporgenze, ma ambienti dove la domotica entra come strumento progettuale determinante per rendere il più possibile autonoma la persona nelle operazioni della quotidianità. E l’Information Technology non si ferma qui: oggi è possibile grazie alle nuove tecnologie sviluppare i sensi di questa persona, potenziare la vista con occhiali e visori che consentono, anche grazie all'uso di ultrasuoni, di orientarsi nello spazio, avere immagini più nitide di quel che li circonda, usare telefoni e tablet. Quella stessa persona ipovedente grazie alle strumentazioni sviluppate e in continuo avanzamento, sarebbe oggi capace di cogliere, in larga parte, il significato di quella “rappresentazione estetica” dei Lorenzetti, rielaborata dai software -strumenti dell’I.T.- e ricomunicata grazie a visori speciali -a loro volta strumenti-.

Rielaborazioni "concettuali" personali dell'Allegoria del cattivo e del Buono governo: come la vedrebbe una persona ipovedente e come software attuali potrebbero rielaborarla e ricomunicarla



No comments:

Post a Comment