Monday, 10 February 2020

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A. LA CRISI_LUOGHI ABBANDONATI, ROMA
1. Val d’Ala: stazione da 3 milioni di euro chiusa
Stazione Val d'Ala, inaugurata nel giugno 2009 e attivata nel settembre successivo, è durata nemmeno cinque anni: oscurata e sottoutilizzata, fino alla definitiva chiusura nel 2014. 
Una stazione da sempre sottoutilizzata, poche le corse giornaliere garantite ad un bacino d’utenza di oltre 30mila residenti del quadrante Conca d’Oro-Prati Fiscali: per Trenitalia e Regione Lazio - committente del contratto di servizio – evidentemente una fermata secondaria; per i tanti abitanti del quartiere, invece, collegamento fondamentale e veloce verso la rinnovata Stazione Tiburtina, raggiungibile in 6-7 minuti circa, e per l’aeroporto di Fiumicino.

Dai pochi treni giornalieri che, tra mancata pubblicità e totale insufficienza, scontentavano un po’ tutti, ad un vero e proprio azzeramento: una decisione in totale disaccordo con quanto chiesto dal territorio e quanto stabilito dal Consiglio del Municipio III che aveva invece evidenziato la volontà e la necessità di “ampliare il servizio” per troppi anni avvilito e oscurato.
Quella fermata potrebbe tornare più che utile a una zona. Non però nelle modalità del passato.
Stazione Val D'Ala riaprirà nel 2021 (fonte del 2019)
1. Un servizio che garantirà una connessione veloce con la stazione Tiburtina, raggiungibile dalla fermata di Val d’Ala in un tempo stimato di 5 minuti.

2. “fare in modo che quella stazione venga servita dal trasporto pubblico: ci impegneremo per ripensare la rete di superficie in funzione di Val d'Ala affinché avvenga lo scambio gomma-ferro. Dovremo poi pensare anche alla sosta e prevediamo di realizzare una piccola pista ciclabile che da metro Conca d'Oro raggiunga Val d'Ala. Una volta riaperta non sarà una cattedrale nel deserto"

2. “Fantasmi urbani”: 42 sale cinematografiche abbandonate (fonti 2015)
Le sale smettono di aprire e anzi chiudono perché continuano ad essere tutte uguali, tutte senza idee, dei meri contenitori di film portatigli da altri. Lo dimostrano i pochi tentativi fatti in questi anni: le piccole sale che aprono con un’idea imprenditoriale dietro che non sia di rifare quel che è sempre stato fatto, solitamente rimangono aperte e non chiudono.
L’IMAX di Roma è un esempio di grandi investimenti: l’offerta è ampia e se il segmento dei film americani ad altissimo budget ha bisogno di rinnovare di continuo le sale anche con espedienti meramente commerciali (il 3D, il dolby Atmos e tutte le varie evoluzioni tecniche sono sbandierate e promosse per questo), lo stesso dovrebbero fare le altre sale a modo loro e secondo i loro standard. Ma non avviene. I circuiti dove passano i film di livello medio e quelli in cui passano i film d’essai continuano ad essere formati dalle medesime sale che lo hanno sempre fatto con poche variazioni.
Vedere in una crisi un’opportunità di rinnovamento è quello che spinge quel rinnovamento. Invece di rassegnarsi al declino, i gestori dovrebbero puntare su tecnologia e diversificazione. Il cinema, inteso come esercizio, ha molti problemi e una buona quota di questi potrebbero essere risolti da un rinnovamento della sua clientela, cosa che tuttavia non può accadere se gli si continua a proporre sempre il medesimo ambiente, il medesimo servizio (biglietto, popcorn, film) e non si ragiona invece in termini di brand, di servizio completo, di valori annessi. Molti dei cinema piccoli e nuovi che vanno meglio sono anche librerie o bistrot e questo perché si ritagliano un’identità fondata su valori di cultura, autenticità e rispetto della tradizione narrativa. Anche l’opposto (il multisala) funziona perché anch’esso ha dei valori che sposa e promuove (comodità, modernità, grandi impianti…). Tutto ciò che rimane fermo invece muore.

"FANTASMI URBANI" - Il docufilm (2013, 25') : Questo docufilm è dedicato agli oltre 40 cinema chiusi di questa città e ai 120 studenti-ghostbusters della Facoltà di Architettura della Sapienza che hanno ricostruito la memoria storica e documentativa dell’Africa, dell’Airone, dell’Apollo, dell’Augustus, dell’Avorio, dell’Impero, del Metropolitan, del Missouri, del Paris, del Puccini, del Quirinale, del Troisi e del Volturno.

B. TECNOLOGIE_APP MOTIVAZIONALI
Hold, l’app che ti aiuta a disintossicarti dallo smartphone Può sembrarti un paradosso che a darti una mano a disintossicarti dal tuo telefono sia proprio un #app per smartphone, ma Hold, creata da un gruppo di ricercatori norvegesi, serve proprio a motivarti a mollarlo, una volta tanto. Ti basta lasciare il cellulare a riposo il più possibile per guadagnare punti da sfruttare in cinema e altri sconti.
Forest – Stay Focused, l’app che ti tiene lontano dai social Se devi concentrarti su studio e lavoro ma Facebook ti distrae, pianta un albero su Forest e rimani fissa sulla schermata senza uscire per farla crescere. Se cadi in tentazione e cominci a navigare sul tuo smartphone, il tuo alberello non sarà affatto contento!
Plant Nanny, l’app che ti motiva a bere di più Più bevi, più la tua piantina virtuale cresce rigogliosa: non vorrai mica farla morire? Un’app gratuita che ti motiva a bere più acqua e che stimola anche il tuo pollice verde!
Sweatocoin, l’app che ti paga per camminare Tu fai mille passi, questa app li traduce per te in un credito da sfruttare per shopping e acquisto di gadget: mica male come motivazione, no?
Alarmy – Sleep if you can. Si tratta di una delle app più scaricate se intendi risolvere una volta per tutte il problema di come alzarti dal letto in tempo al mattino. Per fare smettere la sveglia di suonare dovrai metterti proprio di impegno, risolvendo ad esempio dei problemi matematici o fotografando un’area designata da te precedentemente.

Goalmap – SMART goal setting to stay motivated aiuta a stabilire e raggiungere la tua meta instaurando le giuste abitudini.

B. TECNOLOGIE_PIU’ EFFICIENZA
1. Intelligent Platform Bar Lite: will increase safety at train stations (16-05-2019)
La società olandese Conclusione ForeyeT ha sviluppato due soluzioni innovative per il settore ferroviario: Intelligent Platform Clock (IPC) e Intelligent Platform Bar Lite (IPBL). Possono essere utilizzati per contare i passeggeri e aumentare la sicurezza nelle stazioni ferroviarie. Queste innovazioni sono state dimostrate a RailTech Europe 2019 a Utrecht.
La soluzione "Intelligent Platform Bar Lite (IPBL)" consiste in una barra luminosa a LED e sensori installati sulla piattaforma di una stazione ferroviaria. Le luci a LED possono trasformarsi in qualsiasi colore. “Prima dell'arrivo di un treno, le luci indicheranno dove saranno le porte. Rende più facile, veloce e sicuro salire a bordo del treno. Quando le porte si chiudono, le luci diventano rosse. Significa che l'imbarco non è più consentito.
Intelligent Platform Bar Lite ha diverse funzionalità aggiuntive. Può aumentare la sicurezza nelle stazioni ferroviarie. "Se qualcuno sta camminando sul bordo della piattaforma dietro la linea di sicurezza, la barra può illuminarsi in rosso per avvertire il viaggiatore di stare attento e tornare in una parte sicura della piattaforma". Si può anche dotare l'IPBL di un sistema audio per prevenire incidenti.
Un'altra caratteristica è quella di contare i passeggeri. “Intelligent Platform Bar Lite ha sensori speciali. Utilizzando questi sensori, possiamo contare i passeggeri che salgono a bordo e partono dal treno, determinano i luoghi di raccolta dei passeggeri, indicano le ore di punta e così via. Gli operatori del treno possono utilizzare le informazioni fornite dai sensori per migliorare il loro servizio. Per esempio; possono usarlo per determinare quando e dove sono richiesti i treni lunghi o accorciati. Le informazioni fornite dai sensori possono anche essere utili per i gestori dell'infrastruttura. Possono scoprire quali luoghi richiedono un aumento della capacità”.
"Intelligent Platform Clock" trasforma un normale orologio a piattaforma in un segnale di informazioni di viaggio. Le luci a LED mostrano ai passeggeri esattamente quanto tempo è rimasto prima della partenza del prossimo treno.



 

2. Virtual passenger gives driver feedback about comfort (30-01-2020)


Ricardo Rail ha ideato un piccolo metro chiamato "Comfort Coach" che mostra ai macchinisti del treno, del tram o della metropolitana come si sentono i passeggeri durante il viaggio. Nel primo trimestre del 2020, Ricardo Rail avvia un progetto pilota con la società di trasporti urbani RET.
Il Comfort Coach misura accelerazioni e decelerazioni su tre assi: avanti, lateralmente e dall'alto verso il basso. Questo nuovo strumento è così piccolo che puoi tenerlo in mano. Inoltre, il guidatore nella cabina può vedere direttamente dallo schermo come i passeggeri stanno vivendo il viaggio e può anticipare le cose su questa base. Se il viaggio è comodo, il passeggero virtuale sembra felice; in caso contrario, ha un'espressione arrabbiata".
"Le accelerazioni e le decelerazioni possono essere causate dal comportamento di un conducente.Ma riguarda anche l'infrastruttura e i treni stessi. Se il profilo di una ruota è scadente o la pista non è ben posizionata, anche questo ha un effetto negativo. "
L'obiettivo del pilota, che avrà luogo nel primo trimestre del 2020, è vedere come funziona il Comfort Coach. Il Comfort Coach esegue misurazioni continue durante il viaggio.
I dati raccolti vengono offerti all'operatore tramite una dashboard online. Sulla base di questi dati, l'operatore può ottenere approfondimenti o condividere dati con il gestore dell'infrastruttura quando è necessario apportare modifiche all'infrastruttura. "


Wednesday, 15 January 2020

Modellazione Tridimensionale per Oggetti Verso una Progettazione Architettonica Interattiva


Modellazione Tridimensionale per Oggetti
Verso una Progettazione Architettonica Interattiva
Di Antonino Saggio

Tramite la descrizione di esperienze progettuali compiute dall’autore nel corso del biennio 90-91, l’articolo mostra le grandi opportunità che il CAAD offre come supporto e integrazione delle pratiche tradizionali di progettazione, aprendo la strada a livelli, oggi ancor più elevati di allora, di interattività raggiungibili (what if…???). Il Computer Aided Architectural Design offre vantaggi non solo di ordine pratico (“relazioni di andata”) quali facilità di manipolare, duplicare, trasmettere dati e lavorare in spazi limitati, ma anche “stimoli intellettuali” (“relazioni di ritorno”). Questi ultimi possono interessare sia direttamente l’ambiente informatico in cui noi progettisti operiamo, consentendo ad esempio operazioni di deformazione e trasformazione proporzionale o meno, sia possono travalicare gli ambiti di nostra stretta competenza così da analizzare, scomporre, descrivere, talvolta concepire il progetto stesso in maniera “non convenzionale”, mutuando aspetti dal mondo grafico, cinematografico, artistico, ecc… Importanti “relazioni di ritorno” riguardano anche la ri-programmabilità, ossia la facilità che gli utenti hanno di implementare programmi esistenti inserendo nuove funzioni e comandi (i così detti plug.in), nonché l’interattività, ossia la possibilità di applicare modifiche e osservare in tempo reale cosa questo comporta alla totalità del modello, o del foglio elettronico. Nei modelli tridimensionali questo aspetto è strettamente legato all’organizzazione per strutture gerarchiche, come ben insegna l’ambiente BIM.  
Antonino Saggio espone tre casi esemplari in cui si comprende quanto la modellazione tridimensionale offra enormi potenzialità allo sviluppo progettuale.
Grazie alla modellazione tridimensionale delle volte a cassettoni per le nicchie del College di Belle arti dell’Università Carnegie-Mellon di Pittsburgh è stato possibile sviluppare il disegno dei progettisti e attuare le deformazioni necessarie per ottenere la resa visiva desiderata: ciò non sarebbe potuto avvenire senza la simulazione tridimensionale, e l’organizzazione gerarchica del modello stesso ha consentito di operare modifiche sulla “sezione tipo” della nicchia e vederne la ripercussione immediata sulla “nicchia completa”. Nel progetto per un “parco tecnologico” per Roma la gerarchizzazione ha consentito di sviluppare nel dettaglio circa 100 case: due “ogetti casa” sono stati replicati, localizzati planimetricamente e poi lavorati per sottocategorie testando infissi, recinzioni, coperture, per trovare le soluzioni più adeguate. Infine, il progetto di residenze e servizi per la città di Nimega mostra un livello maggiore di complessità nell’organizzazione gerarchica del modello prevedendo 5 livelli a cascata (modello inter0, contesto, aggregazioni di abitazioni, volumi di sei case-tipo, elementi accessori). Ogni elemento di livello inferiore è inserito e duplicato in quello di ordine superiore e ogni modifica di esso comporta una modifica in tempo reale del modello nella sua totalità.
Anche se l’articolo riguarda esperienze relativamente lontane da noi rende evidenti i punti cruciali delle potenzialità del CAAD, e in particolare dell’ambiente BIM, che proprio sull’organizzazione gerarchica (categoria, famiglia, tipo, istanza) fonda la sua logica. E’ evidente che tali strumenti non sono dei sostitutivi dei mezzi tradizionali né della mente del progettista, non possono né devono “progettare per lui”. Il progetto di architettura è un atto unico e essenzialmente creativo, e la modellazione tridimensionale rappresenta un modo per ampliare le possibilità progettuali, renderle più agevoli, stimolare nuove idee e processi. Non solo: ad oggi con un software BIM come Revit, è possibile gestire l’intero ciclo di vita dell’edificio, andando ben oltre la sola progettazione per simularne il comportamento reale, stimare costi e tempi di realizzazione, gestire processi di manutenzione, ristrutturazione. Abbiamo tutti i mezzi a nostra disposizione, sta a noi saperli usare nella maniera più opportuna, a servizio della nostra creatività…